Combarieau Jules
La musica è l’arte di pensare attraverso i suoni.
Combarieau Jules
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Gli anni 60 sono passati da un bel pezzo ed è arrivato il momento di osservare una regola precisa, per rendere professionale il sound delle tue registrazioni in studio e dei tuoi live. Da oggi in poi amico, dovrai seriamente prendere in considerazione il suonare in studio e live con il click in cuffia! Chi si ostina a non farlo, deve essere ben consapevole dei limiti che questo comporta in ambito musicale. Ti consiglio di vedere questo piccolo tutorial per agevolare il tuo lavoro in studio nel ritrovare facilmente le velocità delle song. Se ti piace questo post Clicca su "Mi Piace" |
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Io in questo programma ne sono stato testimone e oggi sono in grado di realizzare i miei lavori in totale libertà.
Partiamo dal presupposto che Il monitor prima di tutto deve essere robusto in grado di sopportare picchi, reggere i sovraccarichi, e possibili errori di feedback.
Altra caratteristica necessaria è non esaltare mai esageratamente le frequenze. Deve rimane molto lineare tra i 20hz ai 22khz.
Tutti noi sicuramente ricorderemo i più famosi monitor della storia del missaggio le famose casse "Yamaha NS10", che erano e sono tutt'ora a disposizione di moltissimi studi di incisione.
Carenti nella fascia bassa e alta di frequenze e stridente nella fascia media.
Alcuni reputano i monitor Yamaha NS10 tra i migliori, in realtà a mio parere sono abbondantemente scarsi.
Si sostiene che i tecnici del suono con le NS10 erano costretti ad enfatizzare i bassi in modo massiccio, tagliando i toni medi. Questo modo di lavorare permetteva di ottenere come risultato finale un suono che alla gente piaceva molto, in realtà chi ha padronanza del proprio sistema è in grado di raggiungere lo stesso effetto anche se si utilizzano altri monitor.
Ovviamente in base al genere musicale o ai propri gusti è possibile scegliere di ottenere un mix con dei bassi più pieni, degli alti più brillanti, ecc., non esiste una regola ben precisa ma seguendo alcune regole è possibile ottenere dei risultati più precisi.
In tutti i casi ritengo utilie sottolineare alcune semplici regole che ci aiutano di certo a scegliere un monitor corretto:
Domandarsi sempre:
Che tipo di musica dovranno suonare prevalentemente i miei monitor? Il genere è importante e pregiudica a mio avviso la scelta.
In che stanza devono suonare?
La grandezza in particolare è da legare in modo direttamente proporzionale.
La grandezza deve essere necessariamente considerata nei casi di utilizzo del monitor in ambiro registrazione.
Se in fase di missaggio lavorare a volumi relativamente bassi è vantaggioso, in fase di registrazione è limitante.
Un'ultimo consiglio.
Meglio due ascolti di media qualità, che siano differenti nella sonorità e nella dimensione del cono, che una sola tipologia di di monitor di maggior qualità.
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Come e perchè equalizzare?
Partiamo dalla definizione:
L'equalizzazione è una tecnica molto diffusa e conosciuta nel trattamento dei segnali audio/video.
Essa rappresenta il procedimento di filtraggio a cui è sottoposto un segnale audio per compensare eventuali disuniformità della risposta in frequenza (distorsione) dell'apparato o sistema che lo produce o durante l'operazione di mastering (post-produzione) per ottenere una ben precisa tipologia di suono, o ancora durante il mixaggio per ottenere il suono desiderato.
E ora dalla teoria cerchiamo di fare un pò di pratica.
E' buona norma utilizzare l'eq nei seguenti casi:
1. Ricercare un suono degli strumenti più definito
2. Ricercare un sound complessivo del nostro brano corposo
3. Ricercare un giusto equilibrio cosi da garantire un mix in cui le parti sonore del mix (tracce) si incastrino al meglio e che ogni strumento abbia la sua giusta collocazione nello spettro delle frequenze.
Per prima cosa però prima di approfondire ed esaminare i metodi di equalizzazione, è bene descrivere le principali "gamme di frequenza " e l'effetto che esse hanno al nostro orecchio.
Tipicamente le "gamme di frequenza" sono 6 ed hanno un impatto elevato sul suono generale:
Sub bass - frequenze da 16Hz e 60Hz. Sono frequenze perlopiù "percepite" e non realmente "ascoltate", e danno alla musica il senso di potenza.
Una elevata amplificazione di queste frequenze rende il suono oscuro.
Bass - frequenze da 60Hz a 250Hz. Queste frequenze coprono praticamente l'intera sezione ritmica del brano, quindi intervenire su queste frequenze significa rendere il brano "debole" o "potente". L'elevata amplificazione di questa fascia di frequenza creerà un suono rimbombante.
Low mids - frequenze da 250Hz a 2000Hz.
Contengono le armoniche basse di quasi tutti gli strumenti. Enfatizzare le frequenze da 500Hz a 1000Hz può far sembrare il suono troppo squillante, mentre l'enfatizzazione delle frequenze da 1000Hz a 2000Hz rende il suono sottile. Un eccesso di enfasi in questa gamma di frequenza può rendere l'ascolto dell'intero brano fastidioso.
High mids - frequenze da 2000Hz a 4000Hz. Una eccessiva enfatizzazione di queste frequenze può creare un impasto delle labiali (m, b, v) nelle tracce vocali, mentre una enfatizzazione sui 3000Hz può creare fatica nell'ascolto del brano. Spesso smussare attorno ai 3000Hz sulla base ed enfatizzare le medesime frequenze sulle tracce vocali, ci consente di mettere in evidenza il cantato senza dover intervenire sui livelli degli strumenti.
Presence - frequenze da 4000Hz a 6000Hz. Queste frequenze sono responsabili della definizione e della chiarezza del suono. Enfatizzare queste frequenze ci consente di rendere il suono più vicino all'ascoltatore, mentre limare i 5000Hz rende il nostro mix più distante e trasparente.
Brilliance - frequenze da 6000Hz a 16000Hz. Queste frequenze controllano la brillantezza e la chiarezza del suono complessivo. Eccessive enfatizzazioni possono produrre "sibilanti" sulle parti vocali.
Ora vediamo di approfondire quanto annunciato inizialmente, Per lavorare correttamente con l'equalizzatore, dobbiamo necessariamente rapportarci con i nostri monitor e con l'ambiente che ci circonda ed è pertanto fondamentale tenere il livello dei nostri monitor non troppo alto né troppo basso in quanto alcune frequenze potrebbero risultare mascherate o eccessivamente enfatizzate dai monitor stessi.
Altrà fondamentale accortezza è quella di lavorare in una regia che non amplifichi o sfalsi le frequenze, spesso infatti capita di vedere musicisti che rimettono completamente in discussione quanto missato andando ad ascoltare nella propria auto, il loro brano appena lavorato.
Ora veniamo al dunque;
Equalizzare per rendere il suono degli strumenti più chiaro e definito
Certe volte, nonostante gli strumenti siano stati registrati in maniera corretta, il suono risulta essere privo di vita e poco definito. Spesso la causa è un eccesso di low mids fra 400Hz e 800Hz che crea un effetto di "inscatolamento" del suono.
Procediamo allora in questo modo:
1. nell'equalizzatore posizioniamo il potenziometro del livello a -8/-10db
2. muoviamo il selettore di frequenza fino a che non troviamo una frequenza in cui abbiamo il livello minimo di "effetto scatola" e la massima definizione del suono.
3. aggiustiamo il livello di enfasi della frequenza facendo attenzione a non eccedere in quanto si rischia di rendere il suono troppo sottile.
4. aggiungiamo un pochino di presenza (se necessario) enfatizzando (1/2db) le alte frequenze (5000Hz - 6000Hz)
5. aggiungiamo un po' di aria al suono enfatizzando le "brilliance" (10.000Hz - 15000Hz)
Equalizzare per rendere il suono degli strumenti corposo
Il corpo, tipicamente, è dato dall'aggiunta di frequenze "bass" e "sub bass" nella gamma che va da 40Hz a 250Hz.
Procediamo in questo modo:
1. nell'equalizzatore posizioniamo il potenziometro del livello a 8/10db
2. muoviamo il selettore nelle frequenze basse fino a che non troviamo una frequenza in cui sentiamo un buon livello di pienezza e corpo.
3. aggiustiamo il livello di enfasi della frequenza facendo attenzione a non eccedere in quanto si rischia di rendere il suono troppo opaco o rimbombante.
4. selezioniamo una frequenza che sia la metà o il doppio della frequenza identificata nel punto 2 ed enfatizziamo leggermente (1/2db). Ad esempio: 2 è 120Hz, enfatizzo a 60db oppure 2 è 50Hz, enfatizzo a 100Hz.
Ricordiamoci sempre una regola importante:
minore è il numero degli strumenti presenti nel mix, maggiore è la corposità che possiamo dar loro.
Equalizzare per fare in modo che tutti gli elementi del mix (tracce) si incastrino al meglio e che ogni strumento abbia la sua giusta collocazione nello spettro delle frequenze
A. Iniziamo con la sezione ritmica (basso e batteria). Il basso deve essere chiaro e distinto mentre suona assieme alla batteria, specialmente con il kick ed il rullante. Se questo non succede facciamo così:
" Assicuriamoci che due equalizzatori non stiano enfatizzando le stesse frequenze su due strumenti differenti, se così fosse spostiamo uno dei due selettori su di una frequenza leggermente superiore o inferiore
" Se uno strumento è tagliato su una certa frequenza, enfatizzate l'altro sulla stessa frequenza (es. il kick è tagliato sui 500Hz, enfatizziamo il basso sui 500Hz)
B. Aggiungiamo lo strumento successivo (tipicamente la voce) e procediamo come sopra
C. Aggiungiamo il resto degli strumenti uno alla volta.
Ogni strumento inserito nel mix, deve essere controllato rispetto a quelli già presenti, secondo quanto indicato nei punti precedenti.
E' importante ricordare che dopo questa operazione è possibile che un singolo strumento, se ascoltato da solo, abbia un suono orribile!
Non preoccupatevi, l'obiettivo è far suonare bene l'intero mix.
Cinque regole generali per l'equalizzazione
1. Se suona opaco, taglia a 250Hz
2. Se suona squillante, taglia a 500Hz
3. Taglia se vuoi migliorare il suono
4. Enfatizza se vuoi dare personalità al suono
5. Non puoi enfatizzare nulla che non sia in primo piano
Quanto detto fornisce regole di base ma bisogna sempre calibrarsi con generi musicali ricerche sonore e gusti musicali.
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Oggi voglio proprio alzare un polverone...
Sono certo di far rabbrividire i più avvezzi al mondo dell'audio recording professionale.
Di certo apparecchiature digitali riproducono e già solo per questo andrebbero declassate no?
Bhe direi Ni perchè se da una parte un plug-ins copia i comportamenti di uno strumento analogico, dall'altra essendo virtuale e computerizzato, possiede marce in più.... non credete?
quali?
1° Di sicuro un plug ins non è soggetto alla perdita di segnale dovuta ai collegamenti, che se pur di qualità, sono sempre di troppo :-).
2° Il virtual essendo virtuale e completamente gestito dal processore, può permettersi tempi di intervento pari allo 0.
Ad esempio un comprossore analogico non potrà mai processare un segnale a 0 millisecondi differentemente da uno digitale.
3° L'innegabile riduzione di prezzo ci permette di avere macchine di ogni genere e ogni particolarità sonora che difficilmente potremmo eguagliare in uno studio analogico.
4° non ultima la possibilità di avere sempre la stessa impostazione alla riapertura di una song.
Credo che quest'ultima sia forse la più importante delle caratteristiche del mondo virtuale odierno.
Ogni giorno mi cimento in missaggi in cui il cliente mi chiede a distanza di giorni dal mix stesso, di ritoccare una parte del lavoro e converrete con me, che in una sala ben dotata di outboard esterno, questo servizio sarebbe impossibile.
Credo che mettendo sulla bilancia gli aspetti sonori con quelli pratici non ci sia paragone.
Sono altresì convinto che a parità di capacità d'orecchio ci sia poco distacco sonoro, ovvero sono certo che un brano missato da un fonico su un banco analogico con outboard esterno e un missaggio, missato dallo stesso fonico ma in virtuale, ci darà pressapoco lo stesso risultato, o comunque non noteremmo una sostanziale differenza.
Cosa diversa è quella relativa al piacere e alla soddisfazione in termini di risultato, nel missare su macchine analogiche.
Concludendo questa breve riflessione, credo che, come al solito, la differenza la fanno le mani o meglio le orecchie più che le apparecchiature.
Certo di aver fatto storcere il naso a molti, vi lascio ricordandovi che questo rimane sempre un mio personale giudizio.
Un caro saluto
Simone Durante
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Testimonianze
A cura di
Simone Durante dall'età di 13 anni arrangia, compone e fa turni per autori di ogni genere.
Tra le principali esperienze:
Compone e scrive per teatro due Musical inediti: "La fabbrica dei sogni" e "Hyde re degli straccioni"
Partecipa nel 1992 al film e alla colonna sonora del film di Michele Placido "Le amiche del cuore"
Uscita dell'album "Guerra" con il mio Gruppo "Aleph", distribuito Polygram e prodotto Raro records.
Collabora con Vittorio Nocenzi del "Banco del mutuo soccorso" come tecnico audio ed arrangiatore.
Apre i concerti insieme agli "Aleph" del "Banco del mutuo soccorso"
Realizza alcuni famosi remake dei più famosi musical nazionali ed internazionali.
Sonorizza programmi televisivi.
Tastierista e arrangiatore di Marco Conidi con cui realizza un singolo a tiratura nazionale
ed un album live "Reprise".
Arrangiamenti e tournèe con Barbara Gilbo, novità di questo ultimo Sanremo.
Tastierista della tournèe di Davide De Marinis,
Tastierista della tournèe delle Erredieffe
Tastierista arrangiatore e cooproduttore di Stefano Pavan con cui realizza l'album
"Lacrime e ruggine", distribuito dalla Round Robin.
Attualmente Fonico, arrangiatore e produttore artistico per innumerevoli album realizzati presso Abbey Red Studio di Roma.
Si occupa inoltre di distribuzione discografica presso etichetta "Terre Sommerse".